Elisa aveva già deciso che questa Coppa Italia sarebbe stata la sua ultima gara. Razionale, lucida e determinata com’è sempre stata in tutte le sue scelte, anche in quest’occasione ha preso una decisione con serenità ed equilibrio, mettendo il punto ad un percorso agonistico bello, formativo e ricco di soddisfazioni… iniziato tanto tempo fa.
È nel 2007 infatti, l’anno in cui l’esordiente B Elisa sale per la prima volta su un podio di campionato italiano e mette al collo la medaglia di bronzo.
Per collocare bene nel tempo si tratta dello stesso campionato in cui in casa Yama Arashi Marie Noelle Kamano conquista il titolo e Matteo Medves si piazza terzo, mentre Davide Paro e Sandra Carofiglio prendono oro e bronzo in Coppa Italia. Paro quell’anno sale anche sul podio agli Assoluti, al terzo posto.
L’anno successivo, 2008, Elisa è quinta ai campionati italiani e nel 2009 nuovamente terza. Infila quindi una serie di quinti fra gli Junior 2013, Coppa Italia junior-senior 2015 e Assoluti 2016, anno in cui vince il titolo italiano universitario ed il bronzo in Coppa Italia.
È ancora una volta quinta in Coppa Italia 2018, ma Elisa è anche quella ragazza che, assieme a Jessica Tosoratti, ha formato il nucleo di una squadra femminile capace di proseguire l’eredità storica costruita da Giorgina Zanette, Milena Lovato, Letizia Pinosio e Donatella Blasoni (sempre con un prestito geniale di Luciano).
Elisa sale sul podio con la squadra cadette nel 2009, quindi è bronzo senior A2 nel 2014 e 2016, argento in A1 nel 2017 e bronzo ancora in A1 nel 2022.
Ed infine l’ultima gara, domenica scorsa, in Coppa Italia A1 ed un settimo posto che ha messo in luce quella che è, per Elisa, una caratteristica di eccellenza: l’eleganza.
Elegante nel combattimento, elegante nella vittoria e nella sconfitta, elegante da insegnante ed ancora elegante nella vita di tutti i giorni, con quel suo modo sempre gentile, sincero e diretto.
È un grazie davvero grande quello che lo Yama Arashi rivolge pubblicamente ad Elisa Cittaro-atleta, per le tante belle cose fatte e per l’esempio che è sempre stata.
Anche domenica scorsa, quando ha stretto la mano all’avversaria chinando il capo ed è uscita dal tatami, composta, elegante, ordinata. Com’è sempre stata. Da Judoka vera.