Tra un anno i giochi di Tokyo Il vaccino sarà la garanzia

«Se la situazione rimarrà quella attuale, disputare i Giochi sarà impossibile»: parole di Yoshiro Mori, presidente del comitato organizzatore dell’Olimpiade di Tokyo. Parole pronunciate ieri: rendono l’odierna celebrazione per il meno un anno dal via (23 luglio-8 agosto 2021) piena di dubbi. Sarà, in ogni caso, una celebrazione ridotta, un quarto d’ora e via, con le porte del nuovo stadio olimpico aperte solo a qualche accreditato. Alle 13 italiane, le 20 ora nipponica. Ad accompagnarla, una serie di iniziative virtuali sui canali social del Cio, tra video messaggi, chat con alcune super stelle (i ginnasti Kohei Uchimura e Simone Biles in testa) e spettacolari immagini del passato. Con la fiaccola simbolicamente al centro di tutto. Ma – è evidente – la storica decisione del 24 marzo, che ha portato al posticipo della rassegna di un anno (meno un giorno), non è bastata. La pandemia di Covid-19 nel mondo è tutt’altro che superata e grandi incertezze permangono. «Tutto dipenderà dalla possibilità che l’umanità sconfigga il virus – ha sottolineato Mori –: la chiave è la scoperta di un vaccino».

Gli scenari

Un’edizione semplificata (“frugale”, è stata definita più volte), priva di eccessi, con il pubblico contingentato, un periodo di quarantena all’arrivo in Giappone e le cerimonie di apertura e di chiusura a partecipazione ridotta: sono tra le ipotesi che si fanno strada. Quel che è certo è che, impossibile un secondo rinvio, oggi nessuno può affermare che i Giochi andranno regolarmente in scena. I budget, nel caso, non potranno che lievitare (con stime di 2-6 miliardi di dollari, oltre i 12,6 previsti). Il Cio, che già è andato in soccorso di organizzatori, comitati olimpici nazionali e federazioni internazionali con prestiti per 800 milioni, ha spiegato che potrebbero essere addirittura duecento gli interventi plausibili per una riduzione dei costi. Senza specificare quali. Ma serviranno: il 65% degli sponsor, secondo una recente indagine-sondaggio, non ha ancora deciso se ribadire l’impegno (pari a un totale di 3,3 miliardi). Intanto, però, tutti i 42 siti sono stati confermati e assicurati. Compreso il Villaggio atleti (11.000 di 206 Paesi in gara all’Olimpiade, 4400 alla Paralimpiade), sebbene alcune parti, già vendute, sarebbero state riutilizzate a partire dall’autunno 2020.

I sondaggi

A proposito di sondaggi: in fatto di “gradimento” dei cittadini giapponesi, anche l’ultimo, condotto in settimana da Kyodo News, conferma che secondo la maggioranza i Giochi non si dovrebbero disputare. Solo il 25% degli intervistati si è espresso positivamente. Il timore è che l’arrivo di tanti stranieri nel Paese si trasformi in terreno fertile per il diffondersi della pandemia. Anche se i numeri relativi, se confrontati con altre realtà, restano al momento piuttosto modesti: 26.300 positività e 989 vittime. Ma nelle ultime settimane, proprio nell’area metropolitana di Tokyo (14 milioni di residenti), l’andamento è al rialzo, con una media superiore ai 200 casi al giorno. La governatrice Yuriko Koike, per il prossimo weekend, ha avvertito: «Chiedo agli abitanti di evitare il più possibile di uscire».

Gli abusi

Un altro tema di scottante attualità, che rischia di avere importanti ricadute a cinque cerchi, è quello degli abusi giovanili nello sport giapponese. Un nuovo report di “Human Right Watch”, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, nelle scorse ore ha sottolineato come diversi allenatori, tra scuole e sedi federali, usino metodi non consoni, punizioni corporali incluse, tra pugni, calci, violenze verbali, esagerate diete imposte e infortuni non considerati. Sono più di 800, ex olimpici compresi (di 50 discipline) coloro che hanno raccontato di esperienze sofferte. Il Cio promette allerta massima, come per i Giochi invernali di Pechino 2022: sono di ieri, tra le ultime, le pesantissime denunce di Shuran Yu, pattinatrice artistica su ghiaccio cinese che partecipò ai Mondiali di Helsinki 2017 per Singapore.

Italia decima

Per fortuna, con un po’ di ottimismo, si può anche parlare di sport vero. E quindi, rimanendo alle prospettive di Tokyo, di medaglieri. L’Italia, in quello virtuale elaborato da Grecenote, credibile compagnia californiana leader nell’analisi di dati statistici, si colloca al decimo posto, con un più che lusinghiero bottino di sette ori, otto argenti e diciotto bronzi per un totale di 33 piazzamenti da podio. L’ultimo aggiornamento, che tiene conto dei risultati maturati nelle rassegne globali – individuali e di squadra – dai Giochi di Rio 2016 in poi, risale gioco forza al 24 febbraio, prima che lo sport mondiale si fermasse. Nella proiezione, con scherma e nuoto a recitare l’ormai tradizionale parte del leone, il salto di qualità rispetto al recente passato lo si deve all’introduzione delle nuove discipline, grazie alle quali la spedizione azzurra coglierebbe un primo, due secondi e tre terzi posti. Il karate, per esempio, contribuirebbe con due medaglie. A guidare il gruppo gli Stati Uniti (47-35-35), su Cina, Russia, Giappone e Australia. Sesta l’Olanda, il Paese che, grazie soprattutto a ciclismo e vela, farebbe i progressi maggiori rispetto a quattro anni fa (25 medaglie in più). L’auspicio, naturalmente, è che non rimangano proiezioni solo virtuali.

Andrea Buongiovanni-La Gazzetta dello Sport giovedì 23 luglio 2020

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