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Ekaterinburg, questo Grand Slam non s’ha da fare…

Non è stato cancellato il Grand Slam ad Ekaterinburg in programma da venerdì 13 a domenica 15 marzo. O, per lo meno, non ancora. Ma quei punti utili per la qualificazione olimpica non potranno essere conquistati in ogni caso dai nove atleti italiani coinvolti, fra i quali c’è anche l’udinese Matteo Medves. È stato reso noto infatti, che per coloro che arrivano da Cina, Corea del Sud, Iran, Italia, Francia, Germania, Spagna ed altri paesi con numero elevato di contagi, è previsto l’autoisolamento di 14 giorni dopo l’ingresso in Russia. Il disagio è forte e comprensibile per un gruppo di atleti che, pur nella consapevolezza dell’importante problema in atto, si sentono discriminati da un sistema che deve garantire chi merita e chi, di volta in volta, è il migliore. “Lo so che questo è l’ultimo dei problemi in questo periodo di difficoltà che ha colpito tutto il mondo – ha detto Odette Giuffrida a nome di tutta la squadra – e questa non vuole essere una polemica, ma ricevere la notizia di non poter partecipare, e quindi essere esclusi dal Grand Slam ad Ekaterinburg è davvero ingiusto. Perchè escludere solamente alcune nazioni invece di annullare la gara? O tutti o nessuno. In ogni caso – ha concluso Odette – “ne usciremo più forti di prima!”. Il Grand Slam ad Ekaterinburg, al momento, sembra essere confermato nonostante le nazioni iscritte siano passate da 90 a 88 (in elenco però, compaiono ancora Cina, Francia, Germania, Spagna), ma la minaccia della diffusione del coronavirus lascia aperta la possibilità a qualsiasi decisione in qualsiasi momento. “È una sofferenza in tutti sensi – ha commentato Matteo Medves che sabato, assieme a tutta la squadra, ha interrotto il raduno pregara per consentire la sanificazione del Centro Olimpico – perché la fatica fisica e mentale per essere al meglio, si somma allo sforzo per chi come me deve rientrare nel peso e, soprattutto, a questa preoccupazione per un problema da affrontare tutti uniti, attenti e responsabili”.

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