Il campionato d’Europa di judo che inizia oggi nel ‘Tel Aviv Convention Center’ ha fatto registrare da tempo il tutto esaurito per le tre giornate di gare. Il judo, in Israele, è molto amato e seguito, alle Olimpiadi a Rio ha ottenuto due medaglie con Yarden Gerbi e Or Sasson, entrambi bronzo, mentre oggi vantano ben sei atleti fra i primi dieci della classifica mondiale in cinque diverse categorie. Chi avrebbe mai pensato che Israele sarebbe diventata una potenza nel judo quando, nel novembre 1974, l’Italia si presentò a Tel Aviv e quasi ‘maramaldeggiò’ nel campionato d’Europa speranze e juniores conquistando due medaglie d’oro, tre d’argento ed una di bronzo. Che andarono al collo di ragazzini che oggi sono i Grandi (con la maiuscola) del judo italiano ed internazionale, e che di nome facevano Felice Mariani e Mario Daminelli (oro), Nicola Fetto, Ezio Gamba, Gino Pacitti (argento), Sandro Rosati (bronzo). Storia vecchia 44 anni, ma interessante perché, nel ricordarla, potrebbe avere un’influenza favorevole sui nostri 16 azzurri che, a partire da oggi, si batteranno per dare il meglio di sé, avanzare nella classifica mondiale e, chissà, passare anche alla cassa per ritirare una medaglia. Quarantaquattro le nazioni presenti, 368 gli atleti e fra questi gli azzurri sono Francesca Milani (48), Rosalba Forciniti (52), Martina Lo Giudice (57), Edwige Gwend (63), Carola Paissoni (70), Linda Politi (78), Eleonora Geri (+78), Manuel Lombardo, Matteo Medves (66), Fabio Basile, Giovanni Esposito (73), Antonio Esposito, Christian Parlati (81), Domenico Di Guida, Nicholas Mungai (90), Giuliano Loporchio (100). In questa squadra non si parla ufficialmente di capitani, ma ci sono inevitabilmente delle posizioni ‘carismatiche’. Una è senz’altro quella di Fabio Basile, fenomeno assoluto, al di là della 200esima medaglia d’oro italiana alle Olimpiadi.
Cosa pensa Fabio Basile prima della gara?
“Prima della gara non penso! Io non penso mai prima della guerra… Quello che devo fare è rimanere felice e sereno e tutto il lavoro che abbiamo fatto per arrivare qua è stato fatto molto bene. Devo dire che mi sento bene e la mia preparazione è stata perfetta, non ha mezzo peccato!”.
Come consideri il livello della concorrenza in generale?
“Io penso che oggi tutte le nazioni sono davvero forti, noi non stiamo raccogliendo grandissimi risultati, è vero, ma… Io penso che abbiamo perso molti incontri che si potevano vincere, io penso che c’è sempre molto da lavorare ancora dal lato tecnico… e penso soprattutto che possiamo arrivare molto più in alto. Perché sappiamo tenere duro, sappiamo non mollare fino alla fine. E questa è una qualità che hanno davvero pochi!”.
È carismatica anche Edwige Gwend che, ai campionati d’Europa, dopo l’argento del 2010 ha collezionato anche tre quinti e un settimo posto. Ciononostante…
“Mi sento molto emozionata, ma anche ansiosa di affrontare questo campionato d’Europa! Ormai ci siamo, manca veramente poco e sono davvero curiosa di vedere cosa verrà fuori”.
Le tue motivazioni per arrivare alla terza Olimpiade cosa si aspettano a Tel Aviv?
“Le motivazioni più forti arrivano da tanti aspetti e tante persone, la mia famiglia ed il mio ragazzo in particolare. Darko (il nome del fidanzato, ndr) e la cerchia di amici stretti che ho la fortuna di avere, l’aspetto umano che hanno le splendide persone che mi sostengono fin da quando ero piccola. E quindi finché sarò in grado di provarci, finché avrò un obiettivo, le motivazioni saranno solide. E se Tel Aviv sarà positiva in questo senso, mi farà piacere!”.
L’Italia è dunque pronta a battersi in questo campionato d’Europa che assomiglia tanto al trampolino del salto con gli sci. Si parte, poi si vedrà quanto lontano si riesce ad arrivare. Il traguardo, Tokio, è così lontano ma anche così vicino. “E questa squadra – ha detto il Presidente Domenico Falcone – mi piace definirla ‘bella’, ‘ambiziosa’ e ‘pronta’”.
Il programma
“Siamo fiduciosi e convinti che qualsiasi risultato sia possibile per ciascuno degli atleti che compongono questa squadra azzurra”, così i coach azzurri Francesco Bruyere e Roberto Meloni a Tel Aviv. L’ultima volta che l’Italia vinse l’oro europeo fu 10 anni fa con Ylenia Scapin a Lisbona 2008, mentre gli ultimi a salire sul podio sono stati Elios Manzi (3° nei 60) e Fabio Basile (3° nei 66) nel 2016, risultato che li qualificò a Rio. L’anno scorso (2017) invece, soltanto un quinto (Odette Giuffrida) ed un settimo posto (Edwige Gwend). Il programma. Giovedì 26: F 48 (Francesca Milani), 52 (Rosalba Forciniti), 57 (Martina Lo Giudice); M 60, 66 (Manuel Lombardo, Matteo Medves) kg; venerdì 27: F 63 (Edwige Gwend), 70 (Carola Paissoni); M 73 (Fabio Basile, Giovanni Esposito), 81 (Antonio Esposito, Christian Parlati); sabato 28: F 78 (Linda Politi), +78 (Eleonora Geri); M 90 (Domenico Di Guida, Nicholas Mungai), 100 (Giuliano Loporchio), +100.
Non vedo l’ora di fare un altro Survivor Camp
Atleti di ben nove nazioni diverse hanno preso parte la settimana scorsa al Survivor Camp organizzato a Celje dal Judo Klub Z’dezele Sankaku ed il