Budapest, 28 agosto 2017. Francesca Milani ed Elios Manzi hanno tenuto alti i colori azzurri della nazionale italiana di judo nella prima giornata del campionato del mondo a Budapest. No, purtroppo non sono arrivati al final-block. Che non è banale o scontato, ma non lo è nemmeno battersi al pari di avversari qualificati o, nel caso di Manzi, battersi come se si fosse integri. Insomma, Francesca ed Elios, i primi due atleti della squadra azzurra ad aver lottato nella Sports Arena a Budapest hanno lasciato intendere che lo spirito è alto e la condizione è adeguata all’evento.
Sedicesimi di finale 48 kg: Galbadrakh (KAZ)-Milani (ITA)
Francesca Milani si è spinta ad un passo dal sogno nel primo incontro del campionato del mondo di judo a Budapest. La 23enne romana è stata la prima azzurra che è salita sul tatami iridato e, di fronte a lei, la numero uno al mondo dei 48 kg, la mongola naturalizzata kazaka Galbadrakh. Francesca ha lottato con la determinazione di chi sa che i sogni si possono trasformare anche in realtà. E man mano che il tempo trascorreva questa trasformazione è sembrata sempre più possibile. Anche dopo la sanzione assegnata a Milani per una presunta passività. Davvero border-line l’assegnazione, visto che gli attacchi della Galbadrakh sono stati tutti in controtecnica, ovvero la risposta all’attacco dell’azzurra, che allungava la gamba per agganciare l’avversaria. Sono andate al golden score e già da un paio di minuti la kazaka aveva cambiato atteggiamento, più prudente. E coach Bruyere che urlava che: “ha paura, spingi che ha paura”. Milani ha spinto, ci ha provato davvero, ma alla fine è arrivata un’altra sanzione. Passività? Forse. Comunque border-line ma, si sa, essere il numero uno talvolta, può condizionare quel poco che basta. Il mondiale di Francesca Milani purtroppo, finisce qui, ma per la squadra azzurra è stato l’inizio ad un passo dal sogno. Francesca ha dimostrato che si può realizzare. Eccome…
Trentaduesimi di finale 60 kg: Manzi (ITA)-Szabo (HUN)
Ed ecco Elios Manzi, categoria 60 kg, di fronte c’è Csaba Szabo, in ranking è 51°. Ma è ungherese e siamo a Budapest, senza trascurare il fatto che la posizione di Manzi nella classifica mondiale non è migliore (62) e ha recuperato a tempo di record un ginocchio infortunato seriamente in Giappone, fine giugno. Il 21enne siciliano danza sul tatami, i piedi sono rapidi ed incalzano l’ungherese che si salva come sa e come può. L’arbitro sanziona una volta, poi la seconda quando manca una manciata di secondi alla fine. E si va al golden score. Cambia poco nella sostanza, ma quel poco determina una differenza che spinge l’incontro in un’altra direzione, le sanzioni arrivano per Manzi, una e poi anche la seconda. Coach Meloni si sbraccia, protesta, viene invitato alla calma, mentre il pubblico ha capito che a forza di chiedere, talvolta, si ottiene. Anche Elios ha capito però, che se non si dà una mossa l’incontro cambia padrone e riprende la marcia giusta, due, tre attacchi per nulla velleitari non fanno cadere Szabo, ma la terza sanzione ottiene il medesimo effetto. Manzi affronterà il kazako Kyrgyzbayev, che ha schiantato il francese Revol.
Sedicesimi di finale 60 kg: Manzi (ITA)-Kyrghyzbayev (KAZ)
A tradire Elios Manzi è stato quel ginocchio infortunato in Giappone e recuperato, quasi miracolosamente, per essere in gara al campionato del mondo a Budapest. Il match con il kazako Kyrgyzbayev non era semplice sulla carta, né sul tatami, ma Elios se la stava cavando bene, la situazione appariva, ed era, sotto controllo. Una sanzione al kazako, passività. Lotta sulle prese, un guizzo, un anticipo fino a che, su un attacco dell’azzurro, Kyrgyzbayev per difendere gli tocca da dietro la gamba sinistra e sollecita il ginocchio ferito proprio nella direzione che Elios ha cercato sempre accuratamente di evitare. Manzi urla per il dolore e si ferma immediatamente, l’azione prosegue con il kazako che, dopo un attimo, si ritrova il bavero attorno al collo dell’italiano. Tecnicamente l’azione si conclude con ippon di strangolamento. “Il ginocchio ha ceduto proprio in quel punto – ha detto Elios subito dopo, mentre il medico gli prestava le prime cure – ed il dolore è stato fortissimo, ho capito immediatamente che la mia gara era finita. È stato quasi un miracolo essere qua, ma nell’ultimo periodo riuscivo a fare tutto, solo nell’accosciata sentivo pungere, un fastidio che spariva subito dopo. Il kazako mi stava dando meno problemi dell’ungherese, se il ginocchio avesse tenuto avrei potuto andare avanti, ma è vero anche che quello che è successo sarebbe potuto accadere in qualsiasi momento. Rimane la rabbia ed in questo momento è tanta”. Dopo il dispiacere per la sconfitta con la numero uno mondiale, Francesca Milani ha ritrovato il sorriso: “Peccato per il risultato, speravo in qualcosa di più. Le sensazioni che ho avuto sono state positive. Gara dopo gara mi sento sempre più sicura e più competitiva! Sicuramente Galbadrakh è più esperta di me, ma penso di esserne uscita a testa alta. Adesso penso solo al futuro, continuerò a lavorare come ho sempre fatto e sono convinta che prima o poi ci salirò anch’io su un gradino di quel podio!”.
Non vedo l’ora di fare un altro Survivor Camp
Atleti di ben nove nazioni diverse hanno preso parte la settimana scorsa al Survivor Camp organizzato a Celje dal Judo Klub Z’dezele Sankaku ed il