Udine, 26 giugno 2014. Il judo era ancora poco conosciuto quando, nel 1959, Rusty Glickman vinse il campionato dello Stato di New York. A fare notizia in quell’occasione però, fu il fatto che Rusty, giovane ragazza madre, dopo aver vinto la finale (con un uomo) ammise di essere una donna e le fu imposto di restituire la medaglia. La vita di Rena “Rusty” Glickman in Kanokogi (1935-2009) sta per diventare un film, “Don’t call me Sir” ed il ruolo della protagonista è stato affidato a Kayla Harrison, primo oro olimpico del judo statunitense a Londra 2012. “Ho avuto tante opportunità nella mia vita, fino a vincere l’oro olimpico – ha detto la Harrison – ma il giorno in cui Bo (Svenson, il regista, ndr) mi ha chiamata per offrirmi quest’opportunità ho provato un’emozione incredibile, che mi ha cambiata per sempre”. L’episodio del 1959 però, fu soltanto l’inizio di una storia che condusse Rusty a vincere tante battaglie e non solo sportive. Fu lei che rese possibile il primo campionato del mondo di judo femminile (Madison Square Garden di New York nel 1980) avviando un processo destinato a portarlo anche alle Olimpiadi, missione che si compì nel 1988 a Seoul. Il budget per la realizzazione del film è di 5 milioni di dollari, la raccolta fondi (partita in febbraio) è sulla soglia del 50% e l’Italia ha iniziato ad attivarsi da pochi giorni grazie a chi, Rusty Kanokogi, l’ha conosciuta personalmente. Come Aida Guemati, che dice di lei: “era veramente una gran donna, forte come l’acciaio, dolce come il miele, sempre pronta contribuire positivamente alla vita degli altri” o Laura Di Toma, che nel Madison Square Garden a New York nel 1980, conquistò la medaglia d’argento. Info su Don’t Call Me Sir!
A Brno per Hopes Cup e Kodokan session
Alice Bronzin e Bruno de Denaro, accompagnati dal tecnico Lorenzo Bronzin, sono arrivati oggi a Brno salendo subito sul tatami per l’esperienza dell’European Judo Hopes