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La formula di Anna e Sonia per far vivere il judo anche contro il Covid-19

Se c’è una caratteristica che è comune a molti judoka è il non fermarsi davanti a nessun ostacolo, il rialzarsi sempre in qualche modo.

L’anno scorso avevamo condiviso con voi l’iniziativa di Anna Bartole e Sonia Arduini con cui ci suggerivano 30 minuti di esercizi per salvaguardare la salute delle nostre spalle anche in periodo di pandemia (qui l’articolo di riferimento).

Oggi vi portiamo questa loro nuova idea, per una proposta di judo nonostante il periodo che stiamo affrontando.

“Una strutturata educazione al judo si colloca come un indispensabile necessità per un corretto sviluppo motorio dei bambini. Abbiamo tutti notato che un judoka educato al movimento, al gioco e allo sport reagisce meglio anche alle diverse vicende della vita, rispetto a chi non ha avuto questo tipo di educazione. Ecco perché le attività motorie devono evolversi seguendo un percorso didattico intelligente, affinché tutte le potenzialità del bambino si sviluppino in maniera eccelsa.

Sfortunatamente però, in questo periodo storico, il judo si è ritrovato estremamente penalizzato. Infatti, in un’epoca dove il contatto viene demonizzato, una disciplina come la nostra, non può che rassegnarsi alla realtà. Il judo però insegna, come, attraverso la via della cedevolezza, bisogna sapersi adattare alle varie vicende della vita. Ecco perché, spinte dalla necessità di continuare nel nostro percorso educativo abbiamo preso questo momento di grandi divieti per riaggiustare la nostra didattica e renderla fruibile da tutti. Nonostante tutto. Nonostante tutti. Rendere quindi il judo nella sua accezione più alta una pratica ancora possibile.”

Qui il documento completo per approfondire:

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