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Esordio-Mundial, la vigilia di Matteo Medves

Il giorno Mundial per Matteo Medves è venerdì 21 settembre. E sarà il giorno in cui, nella National Gymnastics Arena, poco dopo le 10, ora di Baku, il 24enne udinese farà il suo esordio in un campionato del mondo di judo. Si tratta del campionato del mondo senior, il più importante in assoluto, ma nonostante il suo palmares internazionale (già nel 2010 disputò la finale per il bronzo agli Europei U18), Medves non ne ha mai disputato uno, in nessuna classe d’età. In realtà, il nome di Medves, era fino l’ultimo nella squadra per il mondiale juniores del 2014, a Fort Lauderdale. Ma questa è un’altra storia, sulla quale ci torneremo più avanti, con le parole dello stesso protagonista. Ma perché la rassegna iridata in Azerbaijan è così importante, e non solo per l’esordiente Matteo Medves? Nella revisione post Rio sui punteggi per la classifica mondiale, quella che poi certifica i pass per le Olimpiadi, il primo posto iridato porta 2mila punti che, nonostante 12 mesi più tardi si riducano del 50 per cento, rimangono ugualmente in grado di assicurare un posto nella zona ‘qualificazione olimpica’. Con quel che ne consegue.
– Come vive Matteo Medves la vigilia del suo primo mondiale?
“Ora come ora cerco di pensare il meno possibile al mondiale, perché il solo pensiero mi mette un sacco di agitazione. In questo momento, ma anche nei prossimi giorni, per me è fondamentale rimanere il più possibile tranquillo, gestire la mia routine quotidiana come niente fosse, alternando allenamento, studio tecnico, riposo, allenamento, studio creativo, riposo, e così via, nel modo più tranquillo che posso. Nelle tre settimane di preparazione appena trascorse in Giappone del resto, ho lavorato in modo da caricarmi di sensazioni positive e ora le gestisco mentalmente applicandole alle diverse situazioni di studio. È stata fondamentale, devo dirlo, la breve pausa a casa, qualche giorno con la famiglia, la fidanzata e gli amici per ricaricare le pile ed affrontare l’ultima parte di preparazione nel centro olimpico a Ostia”.
– Come gestisci il pensiero della gara che si avvicina?
“Si tratta del mio primo mondiale in assoluto, in qualsiasi classe d’età e sono consapevole del fatto che sarà una vera battaglia. Ciò non toglie che, come sempre, l’obiettivo è salire sul tatami e dare tutto quello che ho. E sono certo che il giorno 21 non basterà solo quello, ma dovrò anche saper pescare nel cilindro degli spunti, delle idee, degli accorgimenti, che ho raccolto in tutta la mia carriera, in ogni allenamento fatto e che, per ora, mi hanno reso un atleta competitivo e agguerrito. Ora devo solo guardare avanti, il sogno ovviamente sarà arrivare quel giorno sul podio e dire, nuovamente, io ci sono”.
Settembre 2014, primo turno agli Europei U21, Matteo Medves maltratta il russo Egor Mgdsyan che, il mese successivo, vince l’oro nel mondiale a Fort Lauderdale. Il russo vinse in finale su Hifumi Abe (campione del mondo senior 2017), ed il giorno successivo, nella gara a squadre, vinse su An Ba-Ul (campione del mondo 2015 e argento olimpico a Rio). La proprietà transitiva nel judo non esiste, ma lo spunto per una riflessione c’è tutto. Non credi?
“In tutta sincerità non ci avevo fatto caso, perché quando mi fu preclusa la partecipazione a quel mondiale scelsi di non pensarci troppo. Scoprirlo oggi mi fa certamente piacere, è una conferma che sono a livello, ed a Baku avrò un’opportunità per cercare di dimostrarlo”.

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