
Neues Europaparlament, Aussenansicht, in Strasbourg. 14.05.2001. , Abdruck honorarpflichtig © UTE GRABOWSKY, TEL.: 02241-203095, FAX: 02241-203094 #
Ma perché una decisione della Ue, apparentemente di secondo piano, si configura agli occhi delle federazioni sportive come un nuovo caso Bosman (quello che nel calcio ha liberalizzato lo scambio dei calciatori all’interno dell’Unione Europea)? Perché da oggi ogni atleta agonista che fa della attività sportiva una fonte di sostentamento potrebbe appellarsi alla Ue contro la propria federazione per farsi valere. Accantonata per il momento la contrapposizione fra la Fiba e l’Eurolega nel basket, ci vengono in mente due esempi che riguardano la maratona: 1) Un atleta che venga cooptato per i prossimi Mondiali di Berlino e preferisca invece partecipare alla più remunerativa gara di New York potrebbe appellarsi alla Ue per far valere il suo «diritto di guadagno». 2) Londra e Berlino, che insieme alle altre quattro grandi maratone mondiali costituiscono il circuito delle Majors, allo stesso modo potrebbero uscire dalla Iaaf. Gli esperti di diritto sottolineano l’anomalia di un Tribunale Europeo che si sostituisce a quelli nazionali per le decisioni e auspicano come unica soluzione salva-sport un accordo preventivo fra Cio e Ue che metta in discussione anche la presenza dei cittadini europei alle Olimpiadi. Scusate se è poco...
di Fausto Narducci (La Gazzetta Sportiva - domenica 10 dicembre 2017)