Si è conclusa ieri la prima trasferta Yama Arashi dopo oltre un anno di stop causa lo scoppio della pandemia. La due giorni di gare delle Finali Nazionali Cadetti, andata di scena al Pala Pellicone di Ostia, ha visto oltre 350 judoka affrontarsi per conquistare una medaglia. Presenti tra le fila Yama Arashi Giovanni Rodaro, Lorenzo Roncastri, Sara Salvadori ed Eva Castellani che, accompagnati dai tecnici Milena Lovato, Raffaele Niedda e Francesco Segatti hanno combattuto senza risparmiarsi, non riuscendo però a portare a casa il risultato sperato.
Nella giornata di sabato hanno combattuto Giovanni e Lorenzo che, nella categoria dei 73kg, si sono dovuti fermare ai turni iniziali: dopo aver vinto il primo incontro grazie a due wazari, Giovanni è incappato dapprima nella sconfitta con Tommaso Perfetti, poi bronzo, e successivamente non è riuscito a trovare il bandolo della matassa nel primo incontro di recupero, venendo superato per due wazari. È stata l’emozione invece a condizionare la prova di Lorenzo, che dopo un avvio fulminante con un wazari marcato in pochi secondi, ha poi subito il recupero dell’avversario che ha portato a casa il successo e, perdendo l’incontro successivo, non ha permesso a Lorenzo di venire recuperato.
Ieri invece è stato il turno delle donne: la prima a salire sul tatami è stata Sara che nei 44kg è partita subito forte vincendo il primo incontro per due wazari ma perdendo i successivi due, il primo dei quali contro la futura vincitrice della categoria, classificandosi così al 7° posto finale.
Sono state due invece i successi raccolti da Eva nei 63kg: dopo la vittoria iniziale per ippon, Eva si è dovuta arrendere alla poi medaglia d’argento, la calabrese Castiello. Approdata nel tabellone dei recuperi, ha vinto subito l’incontro per ippon prima di dover concludere definitivamente la sua gara al 7° posto con la sconfitta subita contro la pugliese Cirulli.
“Quello che è mancato ai ragazzi è stato sicuramente il fare le gare, la possibilità di confronto, di incrociare le prese con persone diverse dai “soliti” compagni di palestra – sono state le parole del tecnico Raffaele Niedda – Questo si è fatto ancor di più sentire in una categoria così competitiva come quella dei 73kg”.
“La presenza a questa manifestazione era un passaggio “obbligato” per riprendere, nonostante l’atmosfera sia stata diversa dal solito e il judo espresso sia distante da quello solito della classe cadetta – gli fa eco coach Milena Lovato – Esserci è stato di grande stimolo, per i ragazzi, per noi allenatori, per mettersi in gioco e, per alcuni, per testare la propria motivazione. Per quanto riguarda Sara ed Eva che ho seguito in gara, direi che entrambe hanno combattuto apertamente con un impegno totale, e questa gara ha dato modo di evidenziare la loro maturazione come persone. In tatami hanno messo tutte se stesse e questo lo apprezzo molto. La tensione non ha condizionato niente, hanno dato davvero tutto nonostante non sia stato facile, avendo sulle gambe poco più di un mese di allenamento di vero e proprio judo.”