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Tokio? "Lasciatemi sperimentare ed inventare, ce la posso fare"

“La corsa per Tokio? Non è ancora il momento per parlarne!”. Il pensiero dell’udinese Matteo Medves sull’Olimpiade 2020 è più che mai lucido e lineare. Ci pensa, Matteo! Eccome se ci pensa, ma non tradisce emozioni, né culla illusioni. Sa che non si tratta di una passeggiata. E sa anche quanto sia lunga questa corsa, quante le insidie che potrebbero farlo rallentare o inciampare. I primi tre mesi di quest’anno per esempio, sono stati duri da affrontare e duri da digerire per un atleta che ha nella creatività il suo talento più efficace. Quattro gare, tutte ‘top level’, due Grand Slam, a Parigi e Dusseldorf, due Grand Prix, a Tel Aviv e Tbilisi, per otto combattimenti, quattro vittorie e quattro sconfitte. Nella classifica mondiale, la posizione è rimasta stabile, trentaseiesimo posto con 1406 punti, e con un anno e tre mesi da giocarsi al meglio per arrivare ai Giochi Olimpici. A Tokio però, che oggi può sembrare così lontana, Matteo ci potrebbe andare anche alla fine dell’agosto prossimo, in occasione dell’ultimo campionato del mondo prima delle Olimpiadi, fermo restando un altro passaggio particolarmente importante, gli European Games in programma a Minsk fra nove settimane. Tutti appuntamenti importantissimi insomma, ma per la creatività di Matteo Medves c’è ancora lo spazio per ‘inventare e sperimentare’, elementi che ti hanno consentito di maturare l’alto livello?
“Lo spazio, così come qualsiasi altra cosa si ritenga necessaria per ottenere il risultato, bisogna conquistarselo. Nessuno regala nulla e le condizioni non sono mai favorevoli, perché ti trovi sempre di fronte a chi, come te, ha fatto tutto il possibile per batterti. In questi tre mesi infatti, ho dovuto prendere atto che mi sono state prese le misure. Mi hanno studiato, hanno capito qual è il mio punto di forza e proprio su quello sono riusciti a ‘colpirmi’. Probabilmente ho ‘inventato e sperimentato’ troppo poco in questo periodo, ma non è così naturale farlo gareggiando sempre ad altissimo livello e con questa frequenza”.
– Con la prima squadra avresti dovuto gareggiare a Baku il 10 maggio, un altro Grand Slam. Cos’è successo invece?
“La trasferta è stata annullata perché il risultato di alcuni test ha dato indicazioni di ‘stanchezza’ muscolare sulla maggior parte di noi. È vero che stiamo sostenendo carichi di lavoro importanti, ma anche questo fa parte del gioco e non vedo cosa ci si poteva aspettare dopo aver fatto due Grand Prix e due Grand Slam in due mesi”.
È lunga la corsa per Tokio ed ogni passo può nascondere un’insidia o permettere di salire un gradino. Anche se non è il momento per parlarne, la capacità di ‘inventare e sperimentare’ di Matteo Medves merita fiducia.

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