Corrono, saltano, nuotano e fanno una marea di gol. I bambini italiani quest’anno saranno orfani di un’Italia mondiale. Ma consoliamoli – e consoliamoci – ricordando che noi siamo i genitori di una generazione che si prepara a farci divertire. Cresce, infatti, il numero di giovanissimi aspiranti campioni al punto che ormai quasi due bambini su tre (di età compresa tra i 5 e i 13 anni) si dedica ad almeno una disciplina sportiva.
DATI A rincuorarci è Doxa che, attraverso Doxa Kids (la divisione dedicata proprio ai più piccoli), ha promosso ieri un convegno a Milano per lanciare KidSport, il primo osservatorio permanente sui ragazzi e lo sport con una mission ben precisa: fotografare un fenomeno in costante crescita. «La pratica sportiva in Italia è in aumento per tutte le fasce d’età. Ma è sul fronte dei bambini che registriamo l’incremento più significativo», ha dichiarato Fabrizio Savorani, senior advisor di Doxa Kids. A conferma di questo, i dati Istat sottolineano come solo la fascia 6-10 anni, ad esempio, sia cresciuta del 5,8% tra il 2013 e il 2016. Nel complesso, il sempre maggior numero di italiani che indossa una tuta porta a un risparmio annuo sulla spesa sanitaria pari a circa 1,5 miliardi di euro. Cifra che ribadisce quanto lo sport sia fondamentale per la salute. Alla famiglia spetta il ruolo più importante nel promuovere la pratica sportiva e uno stile di vita salutare. Sia i genitori che i bambini intervistati, percepiscono solo valori positivi legati allo sport. Per i primi si tratta soprattutto di aspetti legati al benessere, all’educazione, all’aggregazione, alla volontà e alla lealtà. Per i più piccoli, invece, prevalgono l’aspetto ludico, il divertimento, l’amicizia. Quello che è certo è che la passione per lo sport viene trasmessa dai genitori. Non a caso la maggior parte dei bambini che pratica almeno una disciplina vede la mamma e il papà fare lo stesso. Al contrario, i più sedentari hanno genitori che, al massimo, guardano la partita in tv. «Nelle famiglie in cui almeno un genitore pratica uno sport, l’incidenza dei bambini sportivi è pari al 69%, con il 13% che si cimenta in più di uno. Nel caso contrario, scendono al 51%», ha spiegato Cristina Liverani, Research Manager di Doxa Kids.
SCELTE In entrambi i casi sono senza dubbio gli adulti a condizionare le scelte dei figli. Si spiega così la presenza del nuoto subito dopo il calcio tra gli sport più gettonati. Si tuffa in acqua in tenera età quasi un terzo dei bambini. A infilargli cuffia e costume è la ferrea volontà dei genitori che ne riconosce i numerosi benefici. I ragazzi, soprattutto i maschi, sono invece più attratti dalle gesta di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. «E’ il 53% dei bambini a scegliere il calcio mentre per le femmine c’è un tris di discipline: danza (20%), ginnastica artistica o ritmica (19%) e pallavolo (12%)», ha chiarito Linda Corbetta, Research Manager di Doxa Kids e autrice della ricerca insieme a Liverani.
SCUOLA All’incontro di ieri – a cui hanno partecipato anche partner autorevoli come il Centro Sportivo Italiano, Decathlon, Panini, The Walt Disney Company Italia, Politecnico di Milano, Osservatori.net e La Gazzetta dello Sport – è emerso anche quanta passione ed entusiasmo facciano da cornice al movimento sportivo italiano, ma anche quanto ancora si fatichi ad avere il totale supporto delle istituzioni. La scuola italiana, ad esempio, non è mai diventata quel terreno fertile in cui piantare i semi di una corretta educazione allo sport, inteso come vero e proprio fenomeno culturale, come una risorsa per la salute, come un linguaggio universale capace di favorire l’integrazione. Ma viene solo considerato come un momento di svago. Allo stesso modo occorre far capire che è importante ampliare la visione sportiva e non limitarsi alle solite discipline. Purtroppo la prossima estate non tiferemo Italia al Mondiale di calcio. Ma il giorno in cui giocherà la Svezia, per non soffrire, potremmo provare con l’equitazione, oppure con i pattini, la bici, la canoa, il tennis…
Alessia Cruciani (La Gazzetta dello Sport – giovedì, 16 novembre 2017)
A Brno per Hopes Cup e Kodokan session
Alice Bronzin e Bruno de Denaro, accompagnati dal tecnico Lorenzo Bronzin, sono arrivati oggi a Brno salendo subito sul tatami per l’esperienza dell’European Judo Hopes