«No tax» sportivo. Esenzione più larga

Si allarga da 7.500 a 10mila euro l’anno l’area «no tax» per i compensi degli sportivi dilettanti. Lo prevede la bozza della legge di bilancio presentata dal Governo su proposta del ministero dello Sport, che prevede anche un vero e proprio pacchetto «sportivo», in cui entra un’agevolazione fiscale (fino a 50mila euro) per 248 club calcistici per la ristrutturazione degli impianti. Quanto alla misura sull’allargamento dell’esenzione, non si limiterà ad atleti e tecnici, ma sarà estesa a bande musicali e compagnie teatrali. La copertura economica è di 8,7 milioni di euro. Sembrano pochi, ma negli uffici governativi si precisa che la cifra è il calcolo del mancato introito (di tasse) sui 2500 euro che ballano fra le norme di oggi e quelle (naturalmente se ci sarà il sì del Parlamento) di domani. La svolta raccoglie l’articolo 8 della proposta di legge Fossati-Molea di quattro anni fa.
PER LE MAMME ATLETE Un’altra norma nella bozza è il fondo a tutela della maternità delle atlete. Frutto di una richiesta specifica del tavolo associazione Assist-Aic (calciatrici)-Giba (cestiste)-Aipav (pallavoliste) e commissione atleti del Coni: lo stanziamento previsto dovrebbe essere di 2 milioni. Naturalmente, la norma non risolve il problema degli accordi capestro, spesso non scritti, che escludono la donna che diventa mamma dal sistema sportivo. Il vero problema resta la riforma della legge 91 sul professionismo sportivo.
5 MILIONI PARALIMPICI Grande soddisfazione anche dal presidente paralimpico Luca Pancalli per la norma che prevede 5 milioni di euro (oltre ai 5 del finanziamento ordinario) per l’avviamento alla pratica sportiva di ragazzi con disabilità. Si calcola che questi soldi possano portare – con l’acquisto di protesi, carrozzine e handbike – più di mille ragazzi all’attività.
DIRITTO ALLO SPORT Da Prato, il ministro Luca Lotti sottolinea anche un’altra norma «che mi piace definire di diritto allo sport, perché si possa dare risposte concrete ai ragazzi e ai bambini che per questo non devono mai sentirsi diversi agli altri». Si allarga il campo del già approvato ius soli sportivo, che consente l’iscrizione di minori stranieri alla federazioni sportive e agli enti di promozione, «senza alcun aggravio rispetto a quanto è previsto per i cittadini italiani». Il limite è di almeno un anno scolastico trascorso in Italia, mentre scompare il vincolo dell’essere arrivato nel Paese prima di aver compiuto 10 anni.
Valerio Piccioni, Pag. 46 – La Gazzetta dello Sport di venerdì 20 ottobre 2017

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