thomas-bachcio-craig-reediewada

Cio e Wada ai ferri corti, Bach ha varato due commissioni parallele a quella McLaren

Se ancora serviva una prova dei pessimi rapporti che da qualche tempo intercorrono tra Cio e Wada, eccola servita su un piatto d’argento. Thomas Bach, presidente del comitato olimpico internazionale (nella foto assieme a Craig Reedie, presidente WADA), con una lettera di sei pagine, ha informato i 97 membri dell’ente, oltre i 37 membri onorari e l’ex n. 1 Jacques Rogge, che l’ente ha commissionato due indagini distinte, ma simultanee. La prima, affidata al vicepresidente della Commissione etica, il francese Guy Canivet, si occuperà del coinvolgimento del governo russo durante l’Olimpiade invernale di Sochi 2014. La seconda, condotta dal membro Cio ed ex presidente della federazione mondiale del canottaggio mondiale, lo svizzero Denis Oswald, approfondirà l’eventuale manipolazione dei campioni relativi agli atleti russi sempre nell’ambito di quell’edizione dei Giochi. Soprattutto la seconda sembra dovrà occuparsi della stessa materia sulla quale sta da mesi lavorando l’avvocato canadese Richard McLaren, al quale la Wada ha commissionato un’inchiesta indipendente che ha portato al famigerato rapporto che ha contribuito all’esclusione dell’atletica russa dai Giochi di Rio e dell’intera squadra russa dalla Paralimpiade conclusa domenica e che tante altre conseguenze, a lavori terminati, rischia di comportare.
IL FUTURO «Se ci saranno prove che lo Stato russo ha appoggiato il doping, contro la Russia prenderemo tutte le misure e sanzioni appropriate – ha spiegato Bach nella lettera – le due inchieste potrebbero essere un punto di svolta nella lotta contro il doping». Mentre proprio da oggi Losanna si svolgerà una delicata riunione per il futuro delle Wada, messo in dubbio anche dalle vicende legate alle rivelazioni di Fancy Bears, l’obiettivo del Cio è creare nel 2017, partendo da una conferenza mondiale, «un sistema antidoping più robusto, più efficiente, più trasparente e più uniforme». Il dirigente tedesco ha scritto anche che il doping di Stato russo «ha toccato il cuore delle Olimpiadi e minato la loro integrità. Il problema sarà risolto solo se lavoreremo come una squadra congiunta». Ci sarà spazio per la Wada?
Andrea Buongiovanni (La Gazzetta dello Sport – martedì 20 settembre 2016)

L'articolo ti è piaciuto?
Condividilo sui social!

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
In evidenza

Articoli recenti