Udine, 11 ottobre 2015. Da Glasgow non è arrivata quella medaglia che l’udinese Matteo Medves ha iniziato ad inseguire da qualche mese in European Open. In Scozia il livello del confronto è stato alto e la partecipazione di 36 nazioni ha alimentato la concorrenza, in particolare in una categoria come quella dei 66 kg che ha visto 27 atleti in gara. Per il portacolori del Dlf Yama Arashi Udine, dopo l’esordio su convocazione nell’Open Rome e la partecipazione autorizzata a Cluj Napoca, l’Open a Glasgow è stata la terza esperienza nel circuito delle gare a punteggio per la World Ranking List, e si è presentato infatti con la consapevolezza di poter ottenere un risultato importante. “Un risultato però, che ancora non è arrivato – ha detto Matteo Medves – mi sono fermato al secondo turno, esattamente come nei due Open precedenti. Un po’ di delusione c’è, è ovvio, ma la consapevolezza di avere i numeri per fare bene si è consolidata perché, se con Chaparro (Messico) sono salito teso e la sua forza fisica mi ha sorpreso, incassando anche un suo attacco (yuko), nel match con Le Blouch (Francia) ho trovato una condizione di serena lucidità ideale. È vero anche – ha aggiunto Medves – che con il messicano ho trovato la soluzione e gli ho fatto ippon, mentre con il francese non sono stato capace di trovare la chiave vincente, ma senza mettersi a discutere su sanzioni prese o non date, credo che per me conta essere stato attivo e propositivo, ho cercato una soluzione che nemmeno Le Blouch ha trovato con me. Lui (che quest’anno ha sconfitto anche Elio Verde ed Emanuele Bruno, ndr) ha poi vinto la gara e questa è un’indicazione che devo saper leggere ed interpretare per crescere ancora”. Il tempo di rientrare da Glasgow, ma non di fermarsi, perché lunedì Matteo Medves riparte per Ostia, dove assieme a molti atleti che hanno gareggiato in Scozia parteciperà all’Olimpic Training Centre. “Non ci si può fermare mai – ha ribadito il 21enne udinese – cambio la valigia e riparto per Ostia, poi gareggerò nel Grand Prix nazionale a Monterotondo, ma l’obiettivo è puntato sugli Assoluti, perché è bello e giusto puntare in alto, ma salendo tutti i gradini, uno alla volta, con i piedi ben piantati a terra. Devo migliorare sempre, anche rispetto al terzo posto dell’anno scorso”.
Addio carissima Nina
Abbiamo condiviso davvero tante cose insieme, carissima Nina. Assieme a te, Maurizio, Elisa e Carlotta, abbiamo riso, abbiamo pianto, abbiamo gioito, ci siamo consolati, sui