Mosca, 30 ottobre 2013. Dal Cremlino una prestigiosa onorificenza, l’Ordine dell’Amicizia a Ezio Gamba, già oro olimpico a Mosca nell’80 e attuale direttore tecnico della nazionale di judo della Federazione Russa. Inutile sottolineare la passione di Putin per le arti marziali. Evidentemente, quando vide l’assenza di medaglie ai Giochi di Pechino 2008, mentre Gamba aveva compiuto il miracolo guidando gli atleti africani, qualcosa deve essergli passato per la mente. Fu allora che l’allenatore venne avvicinato e reclutato. All’epoca Sergei Soloveichik, vice-presidente della Federazione e presidente dell’Unione Europea Judo, dichiarò testualmente: “Gli esperti sostengono che Gamba è tra i migliori tecnici al mondo ed è la persona giusta in questo momento”. I risultati non si fecero aspettare: 2 atleti nei primi 10 per ognuna delle 7 categorie di peso già nel primo anno. E tante medaglie, compreso l’oro agli ultimi mondiali per Tagir Khaibulaev. “Io punto alle Olimpiadi”, aveva detto a TMNews il giovane nato in Daghestan, ma cresciuto a Samara. Dettofatto a Londra l’atleta vinse mentre ad assistere c’era proprio Putin – cintura nera settimo dan – in visita privata proprio per seguire gli incontri del suo sport preferito. “E’ un grande onore sapere di avere il presidente Vladimir Putin in squadra con noi, in questa competizione olimpica”, aveva spiegato a TMNews Ezio Gamba. Vladimir Vladimirovich “ha fatto la scommessa giusta su un allenatore italiano che parla a ogni atleta come a un membro della sua famiglia”. Così commentò Dmitri Peskov, portavoce del leader del Cremlino, riferendosi al ct della nazionale russa di judo, dopo il viaggio di Putin, entusiasta soprattutto per la vittoria del 100 Kg Khaibulaev, che conquistò la terza medaglia d’oro per Mosca. “Putin apprezza molto il suo lavoro, come il lavoro di tutti i membri dello staff tecnico”, aggiunse Peskov. Per la prima volta nella storia la squadra russa, allenata dal ct italiano Gamba, vinse tre ori alle Olimpiadi. Il momento del conferimento a Gamba nel Gran Palazzo del Cremlino sarà a modo suo storico, e non solo per chi indossa il judogi. A Londra, durante l’incontro tra Putin e David Cameron sugli spalti olimpici venne coniato il termine “judo diplomacy”, la diplomazia sul tatami, avviata dalla perfida Albione per discutere il dossier siriano e cercare un aggancio con Mosca dopo quasi un decennio di gelo.
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