Melillo e Gamba, e quella finale a Parigi nel 1983

Tutta l’Italia sul tatami. Oltre seicento gli atleti che hanno affollato lo Stage del Banzai Cortina Roma ai Laghi del Salice, oltre quattrocento i partecipanti al Randori Day a Pomigliano d’Arco, altri seicento si sono arrampicati fino a Bardonecchia per partecipare al Natale Judo Camp dell’Akiyama Settimo Torinese e millecentottanta atleti da tredici nazioni per il Judo Winter Camp che ha letteralmente invaso il Bella Italia Olimpic Village a Lignano. È questa la fotografia di un’Italia e non solo, che ama battersi e lottare sul tatami anche durante le vacanze natalizie, arrivando fino alla Befana. Tanti campioni ed i più importanti maestri, ma anche – soprattutto – tantissimi giovani che alimentano i loro sogni di gloria condividendoli con la fatica, l’impegno, la perseveranza. Ma se si mettono da parte gli allenamenti, i nomi ed i rispettivi palmares, rimane lo spazio per le storie, che sono tante, e la più bella è quella di due ragazzi che nel maggio del 1983 si sfidarono per la corona europea dei 71 kg. Si tratta di Ezio Gamba e del francese Richard Melillo, che si sono ritrovati a Lignano, in occasione del Judo Winter Camp e, di buon grado, hanno accettato di sottoporsi ad un’intervista doppia.
Europei 1983 a Parigi, cosa ricordi?
RM: “Fu un momento eccezionale per me. Era stata una bellissima giornata, ero in grande forma e la finale con un campione della dimensione di Ezio, lui era già affermato, io un giovane emergente. È stato una svolta nella mia vita di judoka, è stato qualcosa che mi ha dato slancio per il futuro”.
EG: “È un ricordo molto lontano. Che dire, mi ricordo la sua presa alta a chiudere, la presa alla manica difficile da mantenere, aspetti tecnici difficili da risolvere.
– Che cosa ricordi del tuo avversario?
RM: “Prestazione, rispetto e gentilezza”.
EG: “Particolarmente consistente, deciso nel suo piano tattico e motivato, in quanto, lottando in casa sentiva tutto il calore del pubblico”.
Quale sensazione ti riaffiora?
RM: “Una sensazione eccezionale, uno stato di grazia”.
EG: “Sconforto”.
Cosa vuoi aggiungere?
RM: “Abbiamo vissuto un momento eccezionale ed ora è un grande piacere ritrovarsi. Non parliamo più dei campionati, ma della nostra vita, dei nostri figli, dei nostri nipoti per quanto mi riguarda. Nutriamo un grande affetto uno per l’altro”.
EG: “In bocca al lupo per l’attività di alto livello, affinchè possa ottenere i risultati cui ambisce”.
Migliaia di judoka sui tatami italiani sono pronti a sognare. C’è più di qualcuno che qualche sogno l’ha già realizzato, e non vuole smettere farlo ancora. Per loro e per tutti gli altri che, anche a Natale e fino alla Befana, abbracciano le opportunità proposte da Roma a Pomigliano, da Bardonecchia a Lignano, per sognare ancora. Sostenuti e guidati di chi già ce l’ha fatta.  

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