Porec, 17 giugno 2017. Ultima sera a Porec, al termine di tre giornate di judo, ricche, intense, faticose. Bellissime. Tante iniziative, tutte interessanti, particolari, necessarie: Improve your club, European Science of Judo Research Symposium, Kids Family Camp, Womens Judo Get Together e, naturalmente, i due Training Centre, l’OTC ed il Camp U16. Un mondo di persone, almeno seicento, che gira in ciabatte con i pantaloni del judogi e cintura sulla spalla che lega la giacca. Chi va ad un allenamento, chi torna da un simposio, chi assiste ad una presentazione, chi segue un’altra iniziativa e chi, ancora, si fa il selfie con il campione, i campioni. Gruppi che arrivano, le ‘donne che fanno judo insieme’, per esempio: che forza incredibile riescono ad esprimere! Laura Di Toma, Jane Bridge, donne che hanno modificato il corso della storia nel judo femminile. E non solo con i loro straordinari risultati. Gran bella iniziativa questo Womens Judo Get Together. Altri gruppi che se ne vanno, dal team Italia, al Portogallo o la Svizzera cadetti seguita da Alberto Borin. Sei forte, Alberto! La quarta edizione dell’EJU Judo Festival è stata davvero una bomba. Tutti felici di esserci o di esserci stati, anche se stanchi, anche se un po’ ammaccati, tutti entusiasti per aver condiviso il tatami con campioni visti soltanto sullo streaming fino a ieri, ma anche per averlo condiviso con chi ha la cintura verde o marrone, e già mena come un fabbro. Poi ci sono tante leggende della storia del judo, che i più giovani nemmeno conoscono, e oggi fanno i coach con eleganza, umiltà e passione. Chi si ricorda, per esempio, di Georgy (Guennadi) Tenadze? Gareggiava per l’URSS, oggi è coach per la Georgia, a Porec sembra un tranquillo signore che parla poco, i suoi ragazzi li tratta come fosse un papà. Trent’anni fa il suo uchi mata mancino era un terrore vero e proprio. Per chiunque. Altro che papà… Questi i commenti dei ragazzi Dlf Yama Arashi. I Cadetti. Leonardo Zomero: Lo stage mi è piaciuto molto, non solo per la multietnicità delle persone, ma anche per la competitività tra i vari judoka. Inoltre erano presenti ragazzi molto forti e confrontarsi con loro è stato molto duro. Spero che un’opportunità così si possa ripetere. Francesco Cargnelutti: Bella esperienza. È stato interessante il confronto tra la mia squadra e la nazionale russa. Sia a terra che in piedi sono riuscito a provare alcune cosette. Leonardo Di Marco: Per me questo stage è servito molto, sia per conoscere nuove persone che potrei incontrare in futuro nelle gare importanti, sia per imparare e migliorare il mio judo. Diego Mortal: Questo stage è stato molto utile dal punto di vista del combattimento: mi sono confrontato con atleti di diverse nazionalità e peso, è stato difficile trovarsi a fare con atleti “scarsi”, tanto questo stage è importante. Sono contento di aver vissuto questa esperienza, è stato molto bello ed impegnativo. Sofia Cittaro: Bello stage, molte opportunità per confrontarsi con persone anche di altro livello, un’emozione continua. Junior-Senior. Lorenzo Coceancigh: Questo OTC mi ha insegnato molte cose, partendo dal fatto che mi sono confrontato con moltissimi ragazzi di tutte le nazionalità, non solo ho cercato di dare il mio meglio e provare a proiettarli il maggior numero di volte, ma ho anche potuto osservare i loro movimenti e strategie. Il primo giorno mi sono trovato particolarmente in difficoltà sulle prese, cosa sulla quale mi sono concentrato molto di più nei giorni successivi, anche perché valgono almeno il 50% delle possibilità di vincere. Da questo camp spero di tornare più forte e con un’altra mentalità per affrontare i randori. Laura Scano: Sicuramente è stata un’opportunità che non si poteva perdere e sono contenta di averla colta. Non è stato facile, perché il livello è stati davvero alto e nessuno ci è andato leggero, sono caduta tantissimo e delle volte ho pensato di non riuscire ad arrivare a fine allenamento, ma tutto sommato ritengo la mia reazione con positività. È stato estremamente istruttivo anche solo guardare i campioni, dai diversi tipi di riscaldamento ai randori. È stata un’esperienza impegnativa, ma sicuramente utile e preziosa. Nicola Mortal: È stata un’ottima occasione per confrontarmi con ragazzi forti del mio peso, che in palestra scarseggiano. Sono riuscito a cogliere vari spunti, soprattutto sulle prese che penso potranno aiutarmi. Matteo Medves: Dopo la settimana di stop forzato a causa dell’infortunio a Bucarest avevo proprio bisogno di rimettere piede sul tatami. A Porec ho trovato un clima ottimo per allenarsi, il posto è davvero ideale e ci sono ottimi sparring per il livello medio-alto. La parte più difficile è stata fare attenzione a non spingere troppo per evitare di infiammare ulteriormente l’inguine. In ogni caso solo sensazioni positive da questo OTC.
Documento di sintesi del lavoro sportivo
Susegnalazione del Comitato Regionale del CONI si riporta il documento pubblicato il 12 aprile u.s. dal Dipartimento per lo Sport e realizzato dal Ministero del