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Agnese, la judoka che difende il diritto allo stadio delle donne iraniane

Udine, 6 settembre 2017. ‘Noi quì non possiamo entrate’. Questo è l’avviso che si legge spesso all’ingresso di supermercati e negozi. Gli animali d’affezione, cui il veto viene imposto, non sanno leggere, ma un percorso di sensibilizzazione ha aperto una strada alla tolleranza ed al rispetto e con frequenza crescente si vedono cagnolini in braccio o nel carrello che condividono la spesa con un ‘padroncino’ compiaciuto. Per le donne iraniane e dei paesi mediorientali è ovviamente consentito l’accesso ai supermercati, anzi è un dovere da assolvere per preparare il pasto a chi lo attende affamato all’ora di cena. Ma se quelle stesse donne volessero andare allo stadio per vedere una partita? Giammai, scatta il divieto! Ma se un giorno per le donne iraniane e dei paesi mediorientali sarà possibile entrare allo stadio, lo si dovrà anche ad Agnese Piccoli, 26enne judoka del Dlf Yama Arashi Udine con un decoroso palmares a livello nazionale, protagonista di un apprezzato intervento a “Potere del cinema contro la discriminazione di genere”, convegno organizzato dall’associazione Nedaday, in collaborazione con la Regione Veneto, nell’ambito della 74ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. “Quando sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un divieto del genere, peraltro mascherato dietro futili motivazioni, sono rimasta indignata e sgomenta. In una società in continuo cambiamento ed evoluzione, si tratta di un radicamento al passato inaccettabile” – ha sintetizzato Agnese – “Ho abbracciato subito questa causa per sostenere e difendere i miei valori, gli insegnamenti che ho ricevuto, soprattutto dal judo: l’uguaglianza sul tatami che annulla distinzioni di genere, maschi, femmine, bambini, amatori, agonisti, ognuno è libero di esprimersi come sa e come può. Penso che il mondo dello sport, le istituzioni debbano prendere una posizione, anche scomoda, per contrastare le ideologie di questi paesi. Penso sia giunto il momento di smetterla di abbassare la testa, di smetterla di stare zitti o di scendere a compromessi. Penso sia davvero importante l’informazione e la sensibilizzazione delle persone su questi temi e penso che eventi di questo tipo, con così tanta visibilità mediatica, possano fare davvero molto sotto questo aspetto. Mi auguro che questa iniziativa sia solo l’inizio di un percorso che porti all’eliminazione di questo divieto così assurdo”. Oltre ad Agnese sono intervenuti Baharak Darvishi, attivista dei diritti umani, Marco Rossitti, professore dell’Università degli Studi di Udine, regista e direttore artistico di festival e rassegne del settore cinematografico, Marco Orioles dell’Università di Udine, Luigi Pistore, presidente dell’Accademia G. Casanova di Venezia, Taher Djafarizad, sociologo e presidente dell’Associazione Nedaday. A proporre il nome di Agnese Piccoli all’associazione che ha organizzato l’evento è stata la Commissione pari opportunità del comune di Udine, che l’ha conosciuta l’anno scorso in occasione de “La forza delle Donne”, conferenza e mostra fotografica di Erika Zucchiatti. Che, guarda caso, è un’altra judoka.

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